Südtirol, la B passa dal Rocco. Padova, che spreco! La rabbia del Venezia, Vicenza che caduta!
domenica 18 Aprile 2021 - Ore 23:27 - Autore: Dimitri Canello
I campionati sono fatti di equilibri impercettibili e basta un nonnulla per indirizzarli o di qua, o di là. Il Padova aveva cinque punti di vantaggio sul Südtirol e sei sul Perugia: se domani al Rocco Vecchi fa bottino pieno se li sarebbe mangiati tutti in tre giornate. A dimostrazione del fatto che non sei al sicuro neppure se ti chiami Alessandria e hai 10 punti di vantaggio sulla Cremonese o se ti chiami Como e sei a +11 sull’Alessandria, figuriamoci così. Il Padova, si diceva, deraglia. Lo fa a Modena, nella partita che non avrebbe dovuto fallire. Sbaglia un gol dopo tre minuti, ne prende un altro e fa poco, pochissimo, per recuperare. Ogni volta che va in svantaggio non rimonta quasi mai e anche stavolta la regola non viene smentita. Inizia male pure il secondo tempo, poi prende un rigore: visto e rivisto, non è solare ma nemmeno scandaloso. Poi ci sono due gol annullati, il secondo di sicuro è regolare, sul primo non ci sono le immagini per chiarire incontrovertibilmente se il fuorigioco di Rossettini c’è o non c’è. Certo è che si fatica ad accogliere eventuali lamentele se una capolista gioca così le partite decisive. E sette sconfitte sono tante, per chi vuole salire in Serie B.
Il Südtirol ha un’occasione irripetibile, la più importante della sua storia. Se domani batte la Triestina, va in testa ed è padrone del suo destino. Ha perso solo quattro partite, il Perugia e il Padova per una notte gli sono davanti, domani chissà. Di sicuro, fra le prime, è stata la più regolare, già domani si vedrà se basterà questo per piazzare l’ultimo allungo con il sorpasso decisivo proprio sul rettilineo finale. La Triestina, che ha battuto il Padova e ha perso a Perugia subendo due gol in tre minuti, arbitrerà la corsa promozione. In attesa dei playoff, una roulette russa in cui ogni pronostico è impossibile.
Di arbitri, inevitabilmente, si parla tanto e ovunque. Se ci fate caso tutti si lamentano e tutti si credono a credito con le giacchette nere o con la dea bendata. Difficile mantenere la barra dritta quando vieni tirato per la giacchetta da una parte o dall’altra, ma tant’è. Partiamo dal Venezia. Perde a Salerno con un gol irregolare, non avrebbe meritato di vincere ma la direzione di Fourneau se ci fosse il Var varrebbe un lungo periodo di stop per il fischietto romano. Un rigore negato, un fuorigioco a centrocampo fallito dal guardalinee e la rete decisiva con un fallo evidente su Maenpaa. La società si lamenta garbatamente e la lamentela in questo caso ci sta, senza evocare complotti. Proseguiamo a Cittadella, dove Venturato spesso evidenzia rigori non dati. Troppi, per pensare che davvero sia sempre così. Gira e rigira il Cittadella ha la posizione che merita, se andrà ai playoff avrà compiuto un’altra impresa dopo essere stato in zona spareggi per tutto l’anno. Il successo col Chievo è pesante, sono tre punti che spostano le montagne. Così come le spostano i tre del Pordenone col Frosinone. Mentre Maurizio Domizzi fa sei su nove, Fabio Grosso è stato un eroe italico da giocatore, ma da allenatore colleziona insuccessi. Dopo Bari, Brescia e Verona, sta fallendo pure in Ciociaria. Vorrà pur dire qualcosa.
E il Vicenza? Una ventina di giorni fa Di Carlo parlava di “squadra che sta benissimo”, sul campo i risultati arrivavano, il vento sembrava soffiare nella giusta direzione. Ma anche qui è bastato un soffio di fiato per cambiare tutto. Ko ad Ascoli, poi a Reggio Calabria, infine sconfitta col Lecce. Fanno tre su tre, en-plein in negativo, con la squadra inchiodata a 41. La dimensione di questo Vicenza è da zona salvezza, come immaginato in estate, né più né meno. Il traguardo è ancora alla portata, se si vince a Chiavari è praticamente fatta. Ma se si dovesse perdere, allora saranno brividi. E Renzo Rosso? Al patron ogni tanto piace destabilizzare, perché le dichiarazioni post – Lecce sono pietre, col riferimento ad alcuni giocatori che sarebbero “da Serie C”. In realtà quelli che lo erano sono andati via (tutti) a gennaio: Guerra, Marotta, Scoppa, Bizzotto. Quelli attuali, chi più, chi meno, nella categoria ci possono stare. Si è detto: manca il bomber, guarda il Venezia che ha preso Forte come va a razzo! Eppure il bomber, la cui stagione rimane largamente positiva, è fermo (anche a causa di infortuni) a quota 12 e non segna dal 9 febbraio. Meggiorini di gol ne ha fatti 11, non una grande differenza rispetto al dirimpettaio. Hanno steccato, sì, Longo e Jallow (che pure ha segnato sabato), ma il problema vero a guardare le cifre alberga dietro: 47 gol subiti, quintultima difesa della categoria. E’ lì, prima di tutto, che bisogna concentrare i propri sforzi in vista del prossimo campionato se si vuole fare un salto di qualità.
Una postilla sulla A. Il Verona, che ha già ottenuto la salvezza, in questo finale di campionato sonnecchia. Silvestri sta dilapidando il credito che le big avevano su di lui, qualche giocatore sembra spompato e Juric chissà che fine farà. Quando non ci sono più obiettivi, o sono tali solo sulla carta, il rischio è quello di sbandare. Situazione pressoché identica a quella dell’Udinese, che il suo dovere l’ha fatto con largo anticipo. E che adesso deve guardare dentro se stessa per chiudere in bellezza.
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