Venezia e Padova, una vetrina per due: Triestina e Vicenza, un sogno chiamato playoff
domenica 21 Marzo 2021 - Ore 23:51 - Autore: Dimitri Canello
Una vetrina per due. E’ il weekend di Venezia e Padova, che finiscono direttamente sotto le luci della ribalta dopo aver superato nel modo più brillante possibile un snodo cruciale della stagione. Si deve cominciare indiscutibilmente dalla laguna, perché il Venezia centra l’impresa della settimana e forse dell’anno. Senza Lezzerini, senza Vacca, senza Dezi, senza Forte (e scusate se è poco) umilia a domicilio il Monza delle spese pazze, dei giocatori accatastati come figurine, della Serie A come unico obiettivo possibile, dei Balotelli e dei Boateng. Solo che la differenza la può fare anche un allenatore e Paolo Zanetti incarta Cristian Brocchi griffando il suo capolavoro stagionale. Per chi ha visto la partita dello U-Power Stadium, sa di cosa sto parlando. Pressing a tuttocampo, un attacco senza centravanti e che fa a fette una difesa presa da tutte le pari, una terza linea che viaggia a memoria. Provate voi a togliere l’intero asse portante della squadra e a spedire in campo il vostro trequartista con un’infiltrazione. El Diez ne fa addirittura tre e si porta a casa il pallone, la squadra incanta e mette il 4-1 nella bacheca di famiglia. Nel posto dei gioielli da custodire gelosamente, di fronte a tutti per esibire il meglio di sé. Orgogliosamente e, allo stesso tempo, continuando a mantenere la giusta umiltà. Perché i grandi traguardi si conquistano anche così.
L’altra vetrina di giornata è per il Padova. Espugna il Benelli e torna da Pesaro con una vittoria che profuma di B. Non è ancora fatta, ma a forza di prendere l’ariete e cercare di sfondare il portone per la cadetteria, l’ingresso potrebbe spalancarsi. Mancavano i gol dei centravanti, il risultato non si sbloccava e nel primo tempo si soffriva. Comincia il secondo, entra Nicastro e sbaglia un altro gol fatto dopo quello di mercoledì (era entrato sì, ma si poteva fare molto meglio). Passa qualche minuto ed ecco i fantasmi spazzati via. Controllo e gol alla Nicastro, finalmente dopo mesi di astinenza. E’ un altro allungo, perché il Südtirol perde a Perugia e adesso è a -5 con lo scontro diretto a sfavore e perché lo stesso Perugia è a-7 con una partita, quella di Fermo da recuperare. Quando si sarà tolta anche l’ultima fastidiosa “x” per i calcoli di stagione, sarà tutto più chiaro. Ma la sensazione è che il tempo dei verdetti non sia lontano.
C’è un sottile filo conduttore che lega Vicenza a Trieste. Perché entrambe le città hanno un sogno chiamato playoff. Da studiare da due angolazioni diverse. Il Vicenza in zona spareggi non c’è stato mai, ma dopo la pausa affronterà il Cittadella e, dando un’occhiata alla classifica, potrebbe anche osare. Dopotutto la salvezza sembra ormai vicinissima (e a queste latitudini nessuno ha mai dubitato che si potesse raggiungere comodamente l’obiettivo) e da adesso in avanti si può giocare con la mente sgombra. Dovesse arrivare in volata proprio nel tratto finale del percorso allora ci si potrebbe divertire. La vittoria sul Pescara va nella direzione giusta, la pausa per recuperare gli infortunati pure. Sogna i playoff anche la Triestina. Non perché sia in dubbio il piazzamento finale (oggi è quinto posto, nella griglia d’inizio stagione avevo indicato la Triestina come quarta forza, per cui non è che si sia così lontani dall’optimum), ma perché i playoff possono diventare un trampolino verso l’ignoto. Quello che si può dire, al netto di chi continua a cercare di minare il lavoro di Giuseppe Pillon, che l’Alabarda può diventare la vera e propria mina vagante degli spareggi promozione. Perché sarà pur vero (e oggi vedendo la partita è giusto riconoscere che ci sia ben poco di cui sorridere oltre che il risultato) che di vittorie ultimamente se ne sono viste poche, ma è altrettanto vero che battere questa squadra è e sarà difficile per chiunque. Per cui, ricordando che il Cosenza è salito in B partendo dalla quinta piazza qualche stagione fa, la mission è definita. Accomodarsi il più in alto possibile alla fine della regular season, magari provando a scalare un’altra posizione e poi concentrare tutte le forze sulla corsa a ostacoli verso la B. Se gli infortuni non picchieranno duro come hanno fatto sinora, quantomeno ce la si può giocare.
Momentaccio per il Verona, sconfitto forse anche al di là del 2-0 finale dall’Atalanta. Tre sconfitte consecutive nell’era Juric non si erano mai viste, Lasagna non segna, il centrocampo si è inceppato e neppure le fasce corrono come ai bei tempi. E’ possibile che sia subentrato un po’ di appagamento, dopo aver tirato per tante settimane. Presto si scoprirà se si tratta solo di un passaggio a vuoto, o se c’è di più. L’Udinese si ferma con la Lazio. Con la salvezza in tasca, va sotto con il marcatore meno atteso (Marusic), colpisce un palo, colleziona occasioni e meriterebbe il pari. Perde, ma è una sconfitta (poco) dolorosa. Dopotutto l’obiettivo stagionale è già chiuso in un cassetto da metà marzo. E non è poco, considerate le premesse…
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