Vicenza e le cifre che parlano, il capolavoro di Zanetti e un Verona da vetrina. Triestina, è uno strazio, Padova che occasione persa!
lunedì 25 Gennaio 2021 - Ore 00:10 - Autore: Dimitri Canello
Il più bel Verona della stagione finisce sulla vetrina del nostro editoriale e non potrebbe essere altrimenti. Col Napoli ecco l’ennesima meraviglia di Ivan Juric, che mette sotto scacco Gattuso anche senza i gol dei suoi attaccanti. A segnare provvedono un esterno basso ormai senza freni (Dimarco) e due trequartisti (Barak e Zaccagni). Ma tutta la partita è un capolavoro di agonismo, di corsa, di tecnica, di copertura degli spazi. Insomma, solo applausi per una squadra che fa le nozze coi fichi secchi, che sul mercato non trova ancora le novità sperate, ma che lotta con tutte le migliori e diventa difficile da affrontare anche per le primissime.
In Serie B comincerei dal Vicenza sconfitto a Reggio Emilia. E dalle cifre che parlano. Tutti dicono che il problema è l’attacco, ma siamo sicuri che sia così? I gol fatti sono 25, meglio di Chievo, Pordenone, Frosinone, Venezia, persino della Salernitana. Vuoi vedere, invece, che il problema è altrove? Ad esempio in difesa, perché 27 gol subiti sono tanti, peggio hanno fatto solo in cinque (Pescara, Entella e Reggiana con 32 reti subite, Pisa con 31 e Brescia con 29). Perché dico che il problema non è in attacco? Perché al di là dei sei gol segnati da Meggiorini, mi lascia molto perplesso la gestione di Longo. Il tanto vituperato centravanti acquistato l’ultimo giorno di mercato dall’Inter per 400mila euro con tanto di contratto triennale, ha giocato appena nove partite, di cui soltanto due da titolare. Ha saltato alcune partite per infortunio e ha segnato due gol, che non sono tanti ma neppure pochissimi considerato il minutaggio, eppure la domanda è un’altra. E’ stato messo nelle condizioni di rendere come può? Gli sono state date una serie di partite consecutive da titolare, diciamo 5-6 (ma sarebbe meglio anche di più) prima di fare certe valutazioni? Ecco perché Di Carlo secondo me ha precise responsabilità nella sua gestione. Con tutto il rispetto per Marotta, se prendi Longo è per farlo giocare, non per alternarlo con Marotta o addirittura relegarlo dietro a Guerra come si è visto in passato. Se fossi in Di Carlo, farei così: punterei per una serie di partite sempre sullo stesso attacco, Meggiorini-Longo (con Jallow pronto a subentrare) e poi tirerei le somme. Bocciare il centravanti trevigiano (che sicuramente ci ha messo del suo non sfruttando al volo un paio di occasioni) a furor di popolo senza dargli la possibilità di dimostrare davvero ciò che vale, è un nonsenso. E Longo non sarà un fenomeno ma non è neppure quel brocco che si dice in giro. Per il resto la squadra sta rispettando le attese di un campionato tranquillo, con alti e bassi né più né meno di come si immaginava in estate.
Gira e rigira si parla sempre di gol. Francesco Forte ne ha fatti dieci, è protagonista di un campionato eccellente. Ma non sempre avere il bomber è sinonimo di risultato garantito. Il Venezia del girone d’andata è andato oltre le aspettative ed è in zona playoff, ma lo scorso anno Perugia (con Iemmello), Trapani (con Pettinari) e Juve Stabia (con Forte) sono retrocesse pur avendo centravanti da abbondante doppia cifra. Complimenti a Zanetti per come ha messo sotto scacco Venturato e il Cittadella. Ha preparato una partita perfetta, è stato meno bello ma tremendamente efficace, togliendo tutte le fonti di gioco avversarie, aspettando i granata senza aggredirli come fa di solito e accompagnandoli su un binario morto dopo averli colpiti. Diversamente avrebbe corso il rischio di consegnarsi al Cittadella, così facendo gli ha dato scacco matto. E dispiace che Venturato, bravissimo allenatore ma comunicatore a volte discutibile soprattutto quando deve commentare una sconfitta, non abbia riconosciuto il merito del collega in sala stampa, dicendo che era una partita da 0-0. Perché le migliori occasioni sono tutte del Venezia e stavolta Zanetti i complimenti li merita(va) tutti.
Sarà una settimana interessante per capire se Davide Diaw lascerà Pordenone. Le possibilità ci sono, se arriverà un’offertone in grado di far saltare il banco, ma le chance maggiori al momento sono di una permanenza. Il mercato sta per finire, i prossimi saranno giorni caldi. Uno strazio vedere la Triestina ridotta così, battuta due volte fra andata e ritorno, dal Matelica. Dopo una partenza promettente, Pillon non sta più riuscendo a incidere come sa fare. Il segno probabilmente di un organico troppo vecchio e che presenta criticità superiori a quelle immaginate in estate. Magari non sarà da primo posto, ma non è nemmeno da undicesimo e meglio di così si può e si deve fare. In alto sgomma il Südtirol, frena il Padova che perde una grandissima occasione a Imola, mostrando problemi di personalità e di presunzione quando si dovrebbe al contrario sbranare la partita. Se si vuole il primo posto, serve qualcosa di più, altrimenti potrebbe toccare a Vecchi, che viaggia con le luci di posizione accese, ma che continua a rimanere in alto. C’è pure il Modena e non si dimentichi il Perugia, ma un applauso va fatto pure alla Virtus Verona, capace di prendersi sei punti fra Braglia e Manuzzi. Un campionato appassionante, non c’è che dire.
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