Il pagellone di fine anno del Triveneto

giovedì 31 Dicembre 2020 - Ore 16:55 - Autore: Dimitri Canello

Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno di questo disgraziato 2020. Il pagellone di fine anno riassume dodici mesi difficili, di saliscendi, di risultati sportivi memorabili e di qualche flop colossale. Da uno a dieci, ecco i voti del 2020

Voto 10 a Ivan Juric, l’oro di Verona. Trasforma il plusvalenze da urlo giocatori su cui nessuno avrebbe scommesso, ottiene risultati incredibili con risorse limitate. Ha ragione Rino Foschi, quando dice che con lui in panchina l’Hellas ha almeno 7-8 punti in più

Voto 9 al Pordenone, un esempio di programmazione e di idee, dalla presidenza, fino alla direzione sportiva e alla squadra. Senza uno stadio riesce a trasformare un esilio permanente in un calvario superabile, arriva alla semifinale playoff, sfiora la finale. Riparte e, grazie al successo sulla Reggiana, torna in orbita playoff Voto 9 a Mauro Giacca e al suo Trento: un anno straordinario, chiuso in vetta pure in D dopo aver centrato la promozione dall’Eccellenza. Ora l’obiettivo è la C, ha tutto (allenatore, dirigenza e organico) per riuscirci.

Voto 8 a Stefano Marchetti e Roberto Venturato i maghi di una gestione incredibile, che porta ogni anno a spendere meno di tutti, eppure a giocarsi sempre un traguardo importante. Eccezionale il lavoro del dg, ma anche l’allenatore sforna miracoli a ripetizione. Quale altro tecnico riesce nell’impresa di battere squadre con budget molto più alti con prime e seconde linee? Voto 8 al Südtirol, primo in classifica a pari merito e che pensa in grande: un nuovo stadio e chissà, nel 2021 magari un traguardo che nessuno è riuscito a nominare ma che è nei pensieri di tutti, dal presidente all’ultimo dei tifosi

Voto 7 a Vicenza e Padova Due cammini alla rovescia. Benissimo la prima parte della stagione per i biancorossi, con tanto di promozione e ritorno in Serie B. Maluccio la seconda, con una squadra ai confini della zona salvezza. Il contrario per il Padova: maluccio la prima parte di 2020, con i playoff finiti troppo presto, molto meglio la seconda parte, con un primo posto che può essere il preludio a qualcosa d’importante nel 2021 Voto 7 a Duncan Niederauer che spazza via in pochi mesi tutte le perplessità sul suo conto. Ricostruisce la struttura societaria, investe su dirigenti nostrani come Mattia Collauto e Paolo Poggi, sceglie l’allenatore giusto e costruisce una squadra che può fare il salto di qualità

Voto 6 alla Triestina, che strappa una sufficienza risicata in extremis solo grazie all’arrivo di Pillon. Mettere insieme 7 punti contro Perugia, Padova e Südtirol e riavvicinarsi alla vetta non è cosa da tutti e pone le basi per un 2021 da protagonisti. Che sia davvero la volta buona?

Voto 5 a Michele Marcolini: Non tutte le colpe sono sue, ma il doppio esonero alla guida di Chievo e Novara ne macchia una carriera che poteva prendere ben altra direzione. Ora cerca il riscatto dopo un anno da dimenticare

Voto 4 all’Arzignano, che chiude il 2020 con una retrocessione dalla C alla D e con un quattordicesimo posto in D dopo aver toccato il fondo della categoria. Tentativo lodevole, quello di cimentarsi col professionismo, ma evidentemente la realtà ha disegnato altri confini per il club

Voto 3 a Daniele Pagin, presidente del Campodarsego. Che senso ha costruire una squadra da promozione, fare caroselli alla cena di Natale, illudere i tifosi e poi tirarsi indietro ben oltre il tempo massimo? Quale credibilità potrà avere, d’ora in avanti, agli occhi del tifo, il risultato sportivo se poi non lo si può sostenere?

Voto 2 al calcio senza pubblico: guardare una partita anche alle nostre latitudini, senza i tifosi sugli spalti, è la mortificazione di una passione. L’unica cosa positiva è la possibilità di poter assistere alle partite, sempre meglio che niente. L’augurio è che nel 2021 il pubblico possa tornare, gradualmente, allo stadio, con l’onda di partecipazione che trasforma questo sport nel più bello del mondo

Voto 1 all’imprenditoria trevigiana che continua a mostrare totale disinteresse per un club che nel 2005-2006 era in Serie A e che annaspa in categorie innominabili. Onore a Luigi Sandri che ci sta provando, ma il calcio cittadino merita ben altro impegno

Voto 0 a Luca Tiozzo, allenatore dell’Union San Giorgio Sedico, squalificato per quattro mesi dopo un insulto di discriminazione razziale al suo ex giocatore Grasdjan Aliù che costringe il suo club a prendere immediatamente le distanze. Eccolo qui, il peggio del 2020. Assieme al virus, ovviamente.

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