Pordenone, Cittadella, Chievo, Venezia, Udinese, Verona: è un Triveneto che conquista. Che futuro in laguna?
domenica 2 Agosto 2020 - Ore 23:29 - Autore: Dimitri Canello
Finiscono i campionati, si apre la pagina del mercato. Ci sarà tempo fino al 5 ottobre per formare le squadre della stagione che verrà, ma prima c’è più di qualcosa da dire sui verdetti finali. Premessa fondamentale, è un Triveneto che piace e che conquista, a partire dalla Serie A. Il Verona chiude male a Marassi, ma la stagione è da 9 in pagella. Partita in ultima fila secondo la critica all’unanimità, ha inanellato risultati straordinari, portata sulle spalle da un allenatore che ha stupito tutti. Merito alla società che, in un clima irrespirabile, è riuscita lentamente a riportare la tifoseria dalla propria parte. La conferma di Juric è il miglior biglietto da visita possibile per la prossima stagione. L’Udinese si è salvata ancora e questo è un altro successo, considerati gli anni di militanza consecutivi nella massima serie che ormai non si contano più. Lo ha fatto, tutto sommato, senza soffrire più di tanto, merito di Luca Gotti, che ha respinto gli assalti di una scelta (Zenga) che sarebbe stata sciagurata. E ha ripagato la famiglia Pozzo con una cavalcata da applausi e con diverse individualità da vetrina (Musso, De Paul, Fofana e pure Sema, la sorpresa della stagione).
E’ finita la regular season in Serie B e il Triveneto incassa una promozione su tutto il fronte a pieni voti. Tutte le squadre (Pordenone, Cittadella, Chievo, Venezia) centrano i rispettivi obiettivi e in un caso (Pordenone) vanno ben oltre le attese. I Ramarri chiudono addirittura quarti, in semifinale avranno il vantaggio di due risultati su tre e confermano ancora una volta la bontà del lavoro di Attilio Tesser, un vero e proprio specialista in imprese da copertina. Nonostante il problema stadio non sia stato risolto, anzi si sia ingigantito con l’addio alla Dacia Arena e il peregrinare fra varie soluzioni alternative possibili, la squadra ha chance concrete di andare in Serie A. La dirigenza ha indovinato tante scommesse (Di Gregorio e Pobega su tutte), ha rivitalizzato vecchi cavalli di categoria (Strizzolo) e ha sfoggiato un Gavazzi buono per tutte le stagioni. A inizio anno avevo pronosticato un Cittadella da sesto posto e i granata hanno chiuso la regular season quinti. Il fatto di arrivare ai playoff per il quarto anno consecutivo della gestione Venturato è un grande traguardo, ora c’è anche la giusta esperienza per affrontare al meglio gli spareggi promozione. La magia, Venturato dovrà compierla estraendo dal cilindro il partner di Diaw: rispetto a dodici mesi fa c’è un Gabriele Moncini in meno (che non è poco), ma può emergere all’improvviso un Panico che potrebbe essere anche schierato da seconda punta. Il Chievo era un rebus pressoché irrisolvibile. Tutto dipendeva dalla tenuta societaria, che dietro le quinte risulta ancora tutt’altro che solida, ma il castello ha retto e Alfredo Aglietti per il secondo anno consecutivo si presenta agli spareggi col vento in poppa. Riuscirà a bissare l’impresa dello scorso anno alla guida dell’Hellas?
Un capitolo a parte merita il Venezia. Una salvezza strameritata, quella centrata da Alessio Dionisi, che esce benissimo dal tunnel in cui si era infilato prima del lockdown. Chiude in bellezza, raggiungendo quota 50 punti e piazzandosi undicesimo, un risultato sopra le attese. Stupisce il siluramento di Fabio Lupo, un ds che ha sfornato diverse operazioni da applausi (Aramu, Casale, i due esterni destri bassi, Fiordilino, la valorizzazione di Maleh e il rilancio di Lezzerini) e inquieta un po’ il futuro. Si parla di un ridimensionamento di budget per una stagione che a breve aprirà i battenti ed è tutta da chiarire anche la posizione di Dionisi, che nei giorni scorsi ha incontrato il ds del Brescia Giorgio Perinetti. Resterà o partirà? In quali condizioni sarà chiamato a operare il nuovo duo di veneziani Collauto-Poggi? Il presidente Duncan Niederauer a parole ha già rilanciato, mentre Joe Tacopina nel congedarsi tramite le nostre colonne ha fatto capire che le sorprese potrebbero non essere finite. Venezia s’interroga e aspetta che tutto venga chiarito al più presto, mentre la rivoluzione copernicana, oltre a Lupo e in attesa di capire se rimarrà Dionisi, sta per far saltare anche il dg Dante Scibilia, mai così in bilico dopo anni sulla cresta dell’onda.
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