Pordenone-Udinese e un divorzio che fa rumore, ma Trieste dice no: Vicenza in B, ci siamo
domenica 7 Giugno 2020 - Ore 22:29 - Autore: Dimitri Canello
Senza troppi giri di parole: un divorzio come quello consumato in questi ultimi giorni fra Udinese e Pordenone sul tema Dacia Arena non se l’aspettava nessuno. I rumors che ipotizzavano strade separate per i due club a partire dalla prossima stagione erano emersi lungo il percorso, ma nessuno poteva immaginare che Pozzo desse davvero il benservito a Lovisa in questo modo e prima che il campionato attuale terminasse. La spiegazione ufficiale è la difficile gestione in quest’ultima concitata fase della stagione 2019-2020 di due partite casalinghe contemporaneamente, ma in realtà pare sia nato un conflitto fra le parti sui canoni d’affitto della Dacia Arena relativamente agli ultimi tre mesi dominati al Covid e senza calcio giocato. “Pochi spiccioli”, ha precisato Lovisa, mentre Pozzo per ora non ha commentato e l’argomento rimane ancora tabù.
E qui cominciano i problemi, perché trovare uno stadio in pochi giorni è tutt’altro che semplice. Mauro Lovisa ha bussato alla porta del Comune di Trieste e a quelle della Triestina. Ha trovato disponibilità, ma Milanese e Biasin devono fare i conti con l’opposizione feroce della tifoseria, che il Pordenone al Rocco proprio non lo vuole. Le motivazioni: un’incursione notturna di una lunga mano che lo scorso anno imbrattò la Furlan con scritte ostili. La firma era “Supporters Pordenone”, ossia l’ala più calda della tifoseria neroverde, ma in realtà non è mai stata chiara l’identità dell’autore del gesto. Oggi sono comparsi striscioni a Trieste contro Lovisa e la querelle continua. Servirà forse un intervento del Presidente della Regione Massimiliano Fedriga per mettere d’accordo tutti, anche perché altre soluzioni non sono certo facili da trovare. Il Tenni di Treviso non è a norma, il Penzo ha problemi con i protocolli relativamente agli spogliatoi. Rimarrebbero l’Euganeo di Padova o il Tombolato di Cittadella, ma la strettoia rimane tale sotto tutti i punti di vista.
Quella di domani è una giornata campale per il Vicenza. Tutti i rumors di tutte le fonti consultate dicono che stavolta per la Serie B dovremmo esserci sul serio e che il Consiglio federale è pronto a benedire le promozioni di Monza, Reggina e dei biancorossi. Non risultano segnali nella direzione suggerita dalle normative Uefa che coinvolgerebbero le tre capolista in eventuali playoff ancora di incerta disputa. La Serie C è la categoria dove i problemi superano le cose che funzionano e non è un caso che i ripetuti cortocircuiti ai piani alti della governance abbiano a dir poco indebolito la posizione di Francesco Ghirelli, mai così fragile dopo i recenti avvenimenti. Le grandi manovre per la cadetteria sono già partite, i nomi di Jallow, Moreo, Saelemaekers e Gabbia sono già sul piatto, ma tante cose devono ancora accadere. Intanto si aspetta un primo punto e a capo. Tutto il resto verrà di conseguenza, mentre A e B sono pronte a ripartire. I verdetti del campo sono sempre la cosa migliore: la speranza è che si riesca a schivare i colpi di coda del virus maledetto e che si possa parlare solo di calcio. In attesa del ritorno del pubblico sugli spalti, che potrebbe non essere così lontano.
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