I botti di fine anno: Pordenone e Cittadella a braccetto verso un sogno, Vicenza a metà dell’opera e un Triveneto da copertina (con una sola eccezione)
lunedì 9 Dicembre 2019 - Ore 00:56 - Autore: Dimitri Canello
Da quando esiste Trivenetogoal , non si può dire che siano mancate le soddisfazioni: nel 2016 Cittadella in B, Venezia in C, nel 2017 Verona in A, Venezia in B, Mestre e Triestina in C, nel 2018 Padova in B, Virtus Verona in C, nel 2019 Verona in A in finale col Cittadella, Pordenone in B, Arzignano in C. Non so ancora cosa ci riserverà il 2020, ma possiamo già dire che sono state gettate buone basi perché ci possano essere altri sorrisi e sarebbe bello fare l’enplein, con una doppia promozione in A e una doppia in B. Magari rimarrà soltanto un sogno, però non è che sia proprio impensabile che possa accadere. In Serie B, dopo aver portato per due anni consecutivi due squadre in semifinale playoff (prima Venezia e Cittadella, poi Verona e Cittadella) e con una finale tutta veneta, abbiamo tre squadre trivenete ai primi quattro posti della classifica (Pordenone, Cittadella e Chievo) e la quarta (il Venezia) gioca un calcio che riconcilia con questo mondo intossicato da mille polemiche e che mette in vetrina un gruppo che riesce ad andare oltre i propri limiti. In Serie C comanda il Vicenza, che si laurea campione d’inverno con una giornata di anticipo dopo aver battuto in rimonta con una grande prestazione la Feralpisalò e che guida con quattro punti di vantaggio sul Carpi, il Padova è terzo, il Südtirol quarto, l’unica stecca fragorosa è quella della Triestina, prigioniera di un vortice negativo senza fine a cui si è aggiunto anche un altro tassello dopo il ko col Modena. In Serie A il Verona gioca un calcio ben oltre le più rosee aspettative e ha cancellato con un lavoro incredibile di Ivan Juric tutti i pronostici estivi che, unanimi, indicavano l’Hellas come ultima della classe e probabile retrocessa, l’Udinese continua a sgomitare fra mille difficoltà per prolungare la sua permanenza nel calcio dei giganti.
La copertina la meritano Pordenone, Cittadella e Vicenza. Il calcio più bello lo produce ancora una volta Roberto Venturato, uno spettacolo visivo carpire i segreti di una squadra che si è rialzata alla velocità della luce dopo essere andata a venti minuti dalla Serie A e che è sempre lì, a lottare per il traguardo massimo. Il calcio più efficace, solido e sorprendente nella sua completezza è quello di Attilio Tesser, che porta avanti un progetto sostenuto da una società esemplare che scala le montagne sotto la bufera e a mani nude e continua a regalare meraviglie. Cosa si può chiedere di più a Mauro Lovisa? Nulla, impossibile davvero, perché quanto fa il Pordenone va oltre ogni limite. La Dacia Arena è un bunker, sei vittorie e due pareggi in otto partite sono qualcosa di impensabile a inizio anno. Un calcio solido come la roccia, pratico, cinico ed esaltante allo stesso tempo, come quando il Perugia viene spazzato via 3-0. Cadono praticamente tutti a Udine, così come cade la testa di Ventura al cospetto di Venturato con un 4-3 da fuochi d’artificio. Venturato ha rimesso insieme i cocci di una mancata promozione e, con il solito contributo spettacolare di Stefano Marchetti in cabina di regia, con giocatori pescati in C o da rilanciare in B (D’Urso la prossima plusvalenza), viaggia ai confini del cielo. Si è rimesso a correre anche il Chievo, che dal centrocampo in su ha una squadra da promozione (Giaccherini e Meggiorini non ce li ha nessuno, forse neanche Inzaghi a Benevento ha così tanta qualità sulla carta), meno in difesa. Se le tormente e i tormenti societari sono davvero finiti, tecnicamente Marcolini se la può giocare fino in fondo.
Un cenno di merito anche al Venezia. Sei sotto 2-0 a Pescara dopo aver colpito un palo e creato cinque palle gol nitide, come e anzi peggio che a Empoli, con una rete in più da recuperare. Molte squadre si sarebbero arrese di fronte all’evidenza, il Venezia no. Ha un allenatore visionario come Alessio Dionisi, che è riuscito a far andare oltre i propri limiti una squadra costruita in estate con risorse limitate e che riesce ad arrivare dove magari la tecnica non arriva. Non che manchi la qualità, ci mancherebbe. Uno come Aramu bastava solo che trovasse qualcuno in grado di accendergli la miccia giusta, Capello ha molto per sfondare in questa categoria, Fiordilino sta facendo un gran campionato. Ora la palla passa a Tacopina. Il presidente nega di voler cedere la società, presto si conoscerà il verdetto su questo fronte, perché qualcosa bussando a varie porte è trapelato e bisognerà capire come la situazione evolverà, da qui ai prossimi mesi.
In Serie C negli ultimi quattro campionati chi si è laureato campione d’inverno ha sempre stappato champagne in primavera. Cittadella, Venezia, Padova e Pordenone. Ora toccherà al Vicenza? Sicuramente in molti staranno facendo scongiuri, ma oggi contro la Feralpisalò è arrivata la quinta vittoria consecutiva, la più convincente della serie d’oro. Alessandro Marotta ha sfoderato una doppietta, con un gol da cornice da vedere e rivedere, il resto lo ha fatto una squadra che in un modo o nell’altro riesce sempre a trovare la via giusta per vincere. Vittorie non banali, a volte spinte da un pizzico di fortuna, ma la fortuna come si dice aiuta gli audaci e chi se la va a cercare. A Vicenza sono preoccupati di smentire acquisti di spessore a gennaio, ma ho la netta sensazione che qualcosa verrà fatto e non sarà un’operazione banale. Diciamo che non sarei sorpreso da un Rigoni-bis, con quali cadenze e con quali identità del prescelto si capirà presto. Il Padova non gioca bene con l’Imolese, colpisce un palo, rischia di subire gol in 4-5 occasioni, ma resiste e non si piega. Andando a vedere i rendimenti difensivi delle due contendenti, non siamo molto lontani, il problema è che davanti Sullo non riesce ad indovinare l’alchimia giusta e non è vero che tutti i primattori sono di livello modesto. La partita la risolve Ronaldo, che sembrava il Ronaldo quello che viaggia 4-5 piani sopra, con un avvitamento di testa da centravanti dopo lo spostamento nel ruolo di mezzala. Mossa indovinata, che apre la strada al successo, completato poi ancora una volta da Mandorlini. Insomma, il Padova non molla, pur non incantando. Il Südtirol si rialza subito ed espugna Ravenna, la Triestina non riesce a beneficiare neppure della presenza di un totem come Franco De Falco. Tutto storto, tutto nero, non si sa nemmeno da dove cominciare per descrivere quello che sta accadendo. Un destino simile a quello della Ternana lo scorso anno che, con una squadra da vetrina rischiò addirittura di retrocedere. Non voglio neanche pensare che la Triestina possa sprofondare ancora più in basso, ma lacrime e rabbia si mescolano al fango e Gautieri non trova la soluzione al rebus. Chiusura di 2019 in frenata per la Virtus Verona, mentre l’Arzignano acciuffa un punto di platino al 92′ a Fermo.
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