Calcio criminale: quando il fallo finisce in tribunale
domenica 1 Dicembre 2019 - Ore 06:36 - Autore: Staff Trivenetogoal
Non solo cartellini rossi, ma anche strascichi giudiziari. E’ quello che sta avvenendo sempre più spesso nel mondo del calcio dilettantistico dove a volte dopo il giudice sportivo arriva anche quello civile e penale. Ci sono decine di casi ogni anno di lesioni volontarie o colpose che finiscono davanti al giudice e un primo vademecum lo si può trovare ad esempio su www.consulenzalegaleitalia.it dove un team di legali patrocina proprio cause del genere. Rivolgersi al giudice ordinario anzichè a quello sportivo sembra essere d’altro canto l’unica via efficace per deprimere la questione danni gravi sul campo da gioco. E’ il caso di due giocatori della provincia di Treviso che non dimenticheranno mai quella domenica mattina del campionato amatori.
La partita finita davanti al giudice di Treviso è quella del campionato amatori tra le squadre di Camino e Sacile. Era da poco passata la prima mezz’ora di gioco e come spesso avviene in un campionato dove, almeno in teoria, occorrerebbe giocare più per il divertimento che per risultato e classifica, nessuna delle due squadre era ancora riuscita a segnare. Secondo quanto appurato dalla parte civile sul taccuino dell’arbitro fino a quel momento non erano stati appuntati episodi particolari: nè cartellini gialli nè tantomeno espulsioni. Ma ad un certo punto la follia agonistica: un giocatore del Camino è entrato in scivolata, da dietro, su un avversario. Un intervento duro che ha lasciato il difensore dolorante a terra. In primis sembrava una botta, ma il dolore fu tale che il 30enne colpito alla parte bassa della gamba non riusciva a rialzarsi.
Quando i compagni di squadra si sono avvicinati per vedere cosa stava accadendo, si sono accorti della gravità della situazione: tibia e perone si erano spezzati come grissini. L’arbitro, dopo aver fischiato il fallo, ha estratto il cartellino giallo e, incalzato dai giocatori, ha optato per il rosso sospendendo la partita. Sul posto arrivò l’ambulanza e i sanitari del Suem 118 immobilizzarono la gamba dello sfortunato giocatore prima di portare l’infortunato al pronto soccorso. Le fratture vennero trattate chirurgicamente e per lo sventurato giocatore di calcio oltre ad essere finito lì il campionato, si aprì un lungo iter di terapie fisiochinesiterapiche. Nel referto il direttore di gara aveva poi definito quel fallo “intenzionale”, motivo per cui si è passati da un campo di calcio a un’aula di tribunale.
La vittima, costituitasi parte civile con l’avvocato Roberto Uliana, è convinta che quell’entrata da dietro sia stata più che volontaria, tanto da giustificare una richiesta danni di cinquantamila euro. La difesa, rappresentata dagli avvocati Remo Lot e Roberto Miotti, è invece convinta del contrario: quell’entrata in scivolata non aveva alcuna intenzione di far male ma l’obiettivo era intervenire sul pallone.
L’episodio di Oderzo non è l’unico in questa particolare branca della giurisprudenza. Quello più grave sotto il profilo della condanna penale riguarda una gara di campionato di Terza Categoria del grossetano: il Punta Ala e il Massa Marittima. Durante la gara tra le due squadre un centrocampista commise un brutto fallo ai danni del capitano della squadra avversaria, provocandogli una frattura bimalleolare alla caviglia sinistra, e a causa di quel fallo il giocatore colpito fu costretto a interrompere la sua carriera e a sottoporsi a lunghe cure e due interventi chirurgici.
Al responsabile di quel fallo, M. G., 32 anni, è stata inflitta nel 2016 dal giudice del tribunale di Grosseto una condanna a 4 anni di reclusione e al pagamento di 10mila euro di multa oltre alle spese processuali.
Su questo pronunciamento ha pesato un analogo procedimento già subito dal giocatore che aveva subito una precedente condanna, quella volta a quattro mesi, per un episodio precedente sempre in un campo di calcio quando, ancora juniores, aveva causato una frattura a un altro calciatore.
In generale esistono alcune precauzioni da prendere nel caso di azioni legali: la prima e più importante è quella di raccogliere tutti i referti medici relativi all’evento oggetto della richiesta di risarcimento legale, comprese le ricevute delle spese sostenute per trasporto, terapie fisiatriche e acquisti di supporti alla deambulazione.
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