Padova a forza nove, la Triestina contro se stessa e il Vicenza dalla doppia variabile: con Vandeputte e Rigoni…
martedì 10 Settembre 2019 - Ore 08:31 - Autore: Dimitri Canello
Editoriale in orario e in giorno inedito. Il perché è presto spiegato. Senza Serie A e senza Serie B con il tasto still innestato per i piani alti, non si può che parlare di Serie C. E stavolta, otto giorni dopo la fine del mercato, si parte da Padova. Tre partite, nove punti, alzi la mano chi si sarebbe aspettato un inizio col turbo così. Chi conosce il mondo del calcio sa, tanto per fare qualche esempio, che le cosiddette “piccole” affrontate a inizio stagione sono una trappola vera. Per questo fare sei punti contro Virtus Verona e Fano non era cosa scontata, tantomeno lo era fare nove punti aggiungendo pure il pieno fatto a Modena. Se poi ci si aggiunge che la squadra è stata completamente ribaltata da Sean Sogliano, era lecito e prevedibile attendersi qualche difficoltà in più. Niente di tutto questo. Il Padova ha una squadra nuova, un allenatore alla prima esperienza da head coach, una squadra completa in tutti i reparti dopo gli arrivi di Buglio e Pesenti. Insomma, se la giocherà per il primo posto, come finirà lo sapremo molto più avanti. Di sicuro l’obiezione che le tre vittorie siano arrivate contro tre ripescate vale fino a un certo punto, per i motivi di cui sopra.
A Trieste è calata una depressione improvvisa dopo la sconfitta col Piacenza. A leggere i messaggi qua e là dei tifosi si capiscono tante cose. Si capisce il peso di una finale playoff persa ai supplementari, un macigno che bisogna essere bravissimi a scrollarsi dalle spalle perché può cancellare gran parte dei valori tecnici indiscutibili. Addirittura c’è chi si è persino spinto a invocare la testa di Massimo Pavanel, il che appartiene alle esagerazioni e alle storture social dei nostri tempi. Tempo al tempo, calma e gesso. Se ci saranno altri rovesci allora le analisi e le osservazioni potranno cambiare, ma oggi è assurdo evocare spettri che non ci sono. Soprattutto per chi ha visto una partita tutta tinta di alabardato per almeno 60 minuti. Poi all’improvviso, il cambio di modulo di Franzini, i gol e la mente che crolla e che incide in negativo ben più dei cambi di Pavanel magari non ispiratissimi come nelle giornate migliori. Succede, si può rialzarsi, ma se si vuole vincere il ko col Piacenza (sette punti in tre partite dopo una finale playoff persa) deve rimanere un fatto isolato. Il primo avversario della Triestina sulla strada della consacrazione è la Triestina stessa, su questo ci sono pochi dubbi.
Il Vicenza pareggia a Carpi contro un toro imbizzarrito difficile e da rendere innocuo. Ci sono due partite di cui parlare. Quella senza Rigoni e Vandeputte e quella con i due ultimi arrivi. Tutta un’altra cosa, a volerla dire tutta. Sull’ex Parma e Chievo ben pochi dubbi, sul belga pesa un unico punto di domanda: saprà diventare una mezzala a cinque stelle cambiando ruolo rispetto alle origini? Se ce la fa il Vicenza busserà alle porte della Serie B, perché ha un organico completo e ricco di alternative e con pochi difetti.
Insomma, nel girone B non ci sono armate invincibili, ma c’è grande affollamento in testa. Oggi comanda il Padova, domani chissà. Di sicuro sarà un campionato godibile, con un Südtirol che ha un Morosini deluxe, che ha tanta qualità e che darà fastidio a tante, un Arzignano sinora imbattuto contro avversarie non banali e una Virtus Verona già in affanno e senza punti di riferimento in queste prime tre giornate. Ad maiora.
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