Quella foto choc di Mihajlovic, gli acuti di Udinese, Triestina, SüdTirol e Padova, il flop del Cittadella e il muro contro muro Zironelli – Di Carlo
domenica 25 Agosto 2019 - Ore 23:59 - Autore: Dimitri Canello
Sarebbe troppo facile speculare su una foto e sul dolore e difatti abbiamo evitato di pubblicarla, ma non posso non cominciare l’editoriale di stasera dal volto di Sinisa Mihajlovic e dalle immagini che arrivano dal Bentegodi. Ce n’è una, in particolare, che ha fatto il giro del web e che lascia senza parole, soprattutto ripensando alla conferenza stampa di poco più di un mese fa, quando ancora il condottiero del Bologna doveva iniziare il proprio percorso terapeutico. Quell’immagine è lì a ricordarci che siamo appesi a un filo e che tutto può svanire da un momento all’altro, che ogni attimo va goduto e che il male può bussare e picchiare duro. C’è un uomo di sport che lotta contro un avversario tremendo e che prova a venirne fuori, che siede in panchina dopo 40 giorni di cure e di terapie che avrebbero steso un toro, che non si arrende. In bocca al lupo Sinisa. Altre parole non servono.
Al Bentegodi finisce pari, Veloso sa ancora come si segna, il Bologna dedica il punto al suo comandante, il Verona sa che sarà durissima salvare la pelle e Juric in conferenza stampa ha sparato autentiche bordate alla vigilia, con messaggi precisi alla società e a Pazzini. Frammenti dell’ultima domenica di agosto, la prima di pallone. L’Udinese (e che Udinese!) comincia battendo il Milan, festeggia così il record di abbonati e a segnare c’è Rodrigo Becao, che nella griglia di stamattina avevo indicato fra le possibili sorprese dell’anno. La stoffa c’è, la fisicità pure, la tecnica non manca. Può sfondare anche in Italia.
Il sabato sera di Serie B, in attesa del Pordenone che debutterà sullo stesso campo di Udinese – Milan a distanza di 24 ore, porta con sé solo sconfitte e solo amarezze. Un ko sorprendente, soprattutto nelle proporzioni. Quello che il Cittadella incassa dallo Spezia, con tre gol subiti in 14 minuti, un campanello d’allarme preciso. Il resto lo fanno le dichiarazioni di Roberto Venturato, che lancia un messaggio duro alla squadra: se si vuole ripetersi così non va e si rischia di farsi male. Un secondo ko che ci può stare, quello del Venezia con la Cremonese che vuole la A e che ha tutti i mezzi per conquistarla. Fa male perché arriva alla fine e dopo che Lezzerini aveva parato un rigore, ma bisogna guardare avanti. Un terzo ko che ci si poteva aspettare, quello del Chievo a Perugia, un rebus vero, quello gialloblù è una montagna da scalare per Marcolini che torna nell’anno più difficile. Perdono tutte, la speranza è che il Pordenone nel Monday Night riesca a evitare un poker alla rovescia che farebbe preoccupare.
In C partono col botto in tre: Triestina, Padova e Südtirol. Tre vittorie tutt’altro che scontate, arrivate sudando e sgomitando, come da tradizione. Non era scontato che la Triestina, con tutte le luci puntate addosso, battesse il Gubbio dopo la sbornia post Juventus. Non era scontato, affatto, che il Padova espugnasse il Gavagnin e Salvatore Sullo partendo così si è già tolto dalle spalle un bel macigno. Partire bene era fondamentale per diversi motivi sia per la Triestina che per il Padova, mentre il Südtirol viaggia a fari spenti ma torna da Pesaro con un successo da applausi. Un blitz servito che conferma la qualità della rosa costruita da Paolo Bravo e affidata a Stefano Vecchi. Il Vicenza pareggia a Modena e non è risultato da disprezzare, anzi. La Feralpisalò ha iniziato in modo pessimo a pochi chilometri di distanza, tornare senza danni dal Braglia non va male. Il muro di Zironelli, che una volta tanto abbandona lo champagne per seguire la traccia del pragmatismo cozza contro quello di Di Carlo. Tanta buona volontà, per una volta nessun gol. Il tutto mentre il Menti battezza il primo storico punto dell’Arzignano, che blocca il Piacenza di Cattaneo, Cacia e Paponi e che mette il portiere Tosi pararigori in vetrina. Si volta pagina, è appena la prima. Ma i verdetti che arrivano non sono mai banali.
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