Tesser comanda, Pavanel corre, Grosso annaspa, Venturato scende, Bisoli galleggia: e Serena ha una Coppa nel mirino…
domenica 10 Febbraio 2019 - Ore 23:41 - Autore: Dimitri Canello
Il weekend non è ancora finito. C’è un Monday Night in arrivo fra Venezia e Lecce che dirà molto sullo stato di salute dei discepoli di Walter Zenga. A Benevento è spuntato uno 0-3 davvero troppo pesante per quanto visto in campo e con qualche decisione di Nasca che ha lasciato perplessi. Al di là degli arbitraggi, tuttavia, qualche problema il Venezia continua a palesarlo ed è normale dopo che a gennaio di pedine sullo scacchiere ne sono state cambiate più di qualcuna, rivoluzionando di fatto soprattutto il reparto offensivo. Di sentenze definitive non ce ne sono, la vittoria all’ultimo tuffo nel derby col Padova è stata annacquata dal tracollo al Vigorito, ma per le sentenze finali non è ancora tempo di emissione su carta bollata. Lunedì alle 23 circa se ne saprà qualcosa di più, ma nel frattempo di spunti il fine settimana ne ha regalati parecchi.
Se Zenga tiene il passo e aspetta nuove conferme, Fabio Grosso annaspa ed è sempre più in bilico, sommerso dai fischi di un Bentegodi giustamente inviperito. Non solo con l’allenatore, perché è la gestione complessiva che continua a sollevare ombre e perplessità, perché i veleni dell’ambiente sono ormai irrespirabili e perché così difficilmente si potrà centrare gli obiettivi. Ci vorrebbe un sergente con le spalle larghe come Serse Cosmi (occhio a questa traccia), per catalizzare energia positiva su di sé, scacciare i fantasmi e rimescolare i fumi tossici di un’aria malsana che sta azzerando gli indiscutibili valori tecnici della rosa. Poca personalità, poca determinazione, molti, troppi affanni. Così è difficile, davvero difficile, immaginare un decollo primaverile. S’inceppa anche Venturato, che nel borsino settimanale va in picchiata dopo aver steccato sia a Cosenza che contro lo Spezia. Pasquale Marino sta facendo un lavoro eccezionale. la squadra è una meraviglia, ha dominato col Venezia prendendo solo un punto e ha schiacciato pure il Cittadella, che forse non si aspettava una simile frenata. Galleggia il Padova, galleggia Bisoli. Il problema non è e non potrà mai essere un pareggio a Cremona, un campo su cui in pochi hanno vinto, il problema è che il tempo passa e che almeno in casa le partite bisognerebbe provare a vincerle, più che mai contro una Salernitana che sta implodendo su se stessa, tanto per fare un esempio.
Scendiamo di un gradino. In C comanda ancora Tesser, che vede scendere il vantaggio da 9 a 7 punti (sempre un gran bel margine), ma proprio perché proprio il tecnico trevigiano fu protagonista di una rimonta epica sull’Alessandria, fa bene a guardarsi le spalle. Anche perché, nel frattempo, Massimo Pavanel si è messo a correre. Fateci caso: dopo che era finito in discussione (le smentite fanno parte del gioco, se scriviamo qualcosa è perché di conferme ne abbiamo ottenuta più di una), evidentemente ha capito che qualcosa effettivamente a Trieste non funzionava. E ha fatto quello che fa un allenatore che ha qualità e spirito battagliero nel suo dna. Si è rimboccato le maniche, anziché chiudersi, ha aperto i cancelli, ha vinto due partite, ha segnato sei gol, ne ha incassati quattro, si è messo a correre. Corre e guarda avanti, perché il Pordenone è ancora lontano, ma se martedì la Triestina batte il SudTirol in attesa dello scontro diretto del Rocco, la questione può farsi interessante. Tesser ha dalla sua il vantaggio cospicuo maturato sul campo, l’esperienza per non farsi travolgere dagli eventi, ma la la porta almeno oggi è ancora socchiusa. Con il Pordenone strafavorito e con un impianto di gioco solido e che sembra mettere al riparo da tracolli, ma con una Triestina che nell’anno del Centenario vuole giocarsela fino in fondo.
Occhio, perché con la promozione in più il secondo posto vale platino. E vale platino pure mettere in bacheca la Coppa Italia, perché di fatto sarebbe come pescare la scorciatoia per salire sul secondo gradino e presentarsi ai playoff quasi da favorito senza dare nell’occhio. Ecco perché Michele Serena, che lotta in trincea con l’elmetto, riprende il Pordenone dopo essere andato sotto, espugna Pesaro e Salò, deve inquadrare nel mirino la Coppa, quella Coppa. Perché è più semplice vincere qui, che non risalire sette posizioni in classifica. Perché, al di là di dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano, nessuno a Vicenza ha mai detto che l’obiettivo quest’anno era la B. Né si poteva pensare che l’organico valga il primo o il secondo posto. E’ una squadra competitiva, su questo nessun dubbio, ma se davvero si voleva fare il botto, allora bisognava alzare il tiro subito. E anche non di poco.-
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