Chievo-Lazio, Pellissier: “L’abbraccio a mio figlio? Adesso posso anche andare in pensione…”
martedì 4 Dicembre 2018 - Ore 12:00 - Autore: Staff Trivenetogoal
Nel calcio dei tornelli, l’immagine di Pellissier che gonfia la rete dietro cui fa da raccattapalle il figlio, per poi prenderselo in braccio come si fa nel corridoio di casa o all’uscita di scuola è un’immagine senza barriere. Una cartolina pulita che aspira le polveri sottili dell’ultimo posto. Il ritratto di un Chievo che può ricominciare da piccole cose genuine. «Matteo viene a vedere le partite da metà dell’anno scorso e volevo a tutti i costi festeggiare un gol con lui: adesso posso anche andare in pensione…», dice Pellissier. Si dirà che è una piccola storia privata ma non è così. È una storia in cui la squadra, al 90’, è parsa volersi riconoscere.
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«Non so da quanto tempo non costruivamo così tante occasioni contro una squadra così importante. Vuol dire che siamo vivi e vogliamo vincere. Finalmente siamo tornati a quella mentalità», spiega Pellissier. C’è un’idea chiara, insomma, ossia quel 4-3-1-2 ch’è la coperta di Linus degli ultimi dieci anni, con la difesa a cinque se la trama invoca copertura. C’è una bava alla bocca ritrovata. E c’è quel Pellissier lì, che raggiunge Bruno Giordano a quota 110 reti in A (-1 dal capitano del Verona Giampaolo Pazzini) e a 39 anni più 244 giorni timbra il sesto gol più «vecchio» dopo Paolo Maldini (a 39 anni e 278 giorni), Francesco Totti (39 anni e 364 giorni), Pietro Vierchowod (40 anni e 47 giorni), Silvio Piola (40 anni e 131 giorni) e Billy Costacurta (41 anni e 25 giorni). Un Pellissier che la squadra «sta imparando a servire», sottolinea Di Carlo. Non è finito Pellissier e quindi, sino a classifica e matematica contrarie, non è finito neanche il Chievo.
(Fonte: Corriere di Verona. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano. Foto: profilo Instagram Sergio Pellissier)
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