Vicenza-Mestre, Zironelli: “Io, tifoso biancorosso con il cuore in tumulto e venduto per una cifra più alta di Baggio…”
giovedì 16 Novembre 2017 - Ore 20:00 - Autore: Dimitri Canello
Sarà una domenica speciale per Mauro Zironelli, pronto a tornare per la prima volta da avversario in panchina al Menti in occasione del derby Vicenza-Mestre. “Ziro” e il suo Menti, quello in cui si recava sin da bambino nel settore distinti accompagnato dal nonno: “Non potrei mai dimenticare quelle domeniche – racconta l’allenatore del Mestre a Trivenetogoal – avevo sei anni e mio nonno mi portava al Menti con lui a tifare Vicenza. Mi legava con una cinghia alle transenne e poi mi sosteneva per farmi vedere la partita, perché io ero piccolo . Ma ho sempre avuto i colori biancorossi nel cuore, è qualcosa di scritto nel mio destino. Se ripenso che ho fatto tutta la trafila nelle giovanili sia da giocatore che da allenatore e che ho segnato all’esordio con la maglia biancorossa contro l’Ospitaletto, evidentemente penso che ci sia qualcosa scritto nel destino”
PRIMI PASSI – Zironelli sfoglia l’album dei ricordi e ripensa a quello che è stato: “Andavo a scuola al Rossi, vicino allo stadio. Studiavo e nel frattempo crescevo e mi allenavo, poi a 17 anni ecco l’esordio con la prima squadra, ho segnato subito all’Ospitaletto. Fu un periodo meraviglioso, c’erano i miei insegnanti che mi venivano a vedere allo stadio. L’allenatore era Paolo Specchia, gli sarò sempre grato. Mi ha permesso di giocare nella squadra per cui ho sempre fatto il tifo e di affermarmi nel grande calcio”
LA CESSIONE ALLA FIORENTINA – Un capitolo importante della storia di Zironelli calciatore: “Fui ceduto alla Fiorentina per tre miliardi di lire, una cifra più alta di quella pagata per Baggio, tanto per intenderci. La soddisfazione fu doppia, perché sapevo che avevo aiutato la mia società con quell’operazione. Con Roberto giocai solo a Firenze e non a Vicenza, ma uno come lui non ha bisogno di commenti o di altro. Era semplicemente il calcio”.
IL RITORNO A VICENZA – Zironelli tornò a Vicenza nella stagione 1991-1992: “L’allenatore era Renzo Ulivieri, si stava creando il Vicenza dei miracoli, quello che scalò le categorie e che poi con Guidolin vinse la Coppa Italia e arrivò in semifinale della Coppa delle Coppe. Quello fu il mio ultimo anno a Vicenza da giocatore, perché poi fui ceduto al Pescara e la mia carriera prese un’altra direzione”
ALLENATORE – La storia sembrava potersi ripetere anche da allenatore: “Feci un percorso simile come allenatore delle giovanili, poi però le cose non andarono come speravo e passai al Bassano. Evidentemente i tempi non erano maturi, come non lo erano l’estate scorsa”
LA CHIAMATA DELL’ESTATE – Zironelli rivela: “Sì, qualcuno mi aveva cercato. Ma non l’attuale società, una cordata genovese che voleva acquistare il club. Mi arrivò una telefonata, ma finì tutto lì. Forse è stato meglio così, perché a Vicenza sono troppo coinvolto, dovrei pensarci bene prima di tornare. Non è facile, quando il tifo si mescola col lavoro. Per questo sono contento di essere rimasto a Mestre, una società con un presidente che mi ha dato un’opportunità incredibile che spero di sfruttare fino in fondo”
DOMENICA – Vicenza-Mestre è ormai dietro l’angolo: “Mi stanno chiamando in tanti, ho amici che vanno in curva, siamo legatissimi. Mi prendono in giro, ridiamo e scherziamo, ma domenica sul serio ognuno andrà per la propria strada. Non chiedetemi come mi sentirò, perché non lo so. Entrare in quello stadio, rivedere quella curva, quei tifosi, da avversario. Beh, davvero non so, sarà difficile non emozionarmi”.
IL MESTRE – “Qui ho trovato la mia dimensione, sono cresciuto con questa società e penso che possiamo arrivare lontani. Domenica gioco per vincere, ci mancherebbe. Sono un professionista e il calcio va così”
DALLE CARBONARE – Zironelli si sbilancia: “Al Vicenza manca uno come Pieraldo. E’ un amico, ma so che non tornerà più presidente. Lui ha già dato tanto, tantissimo a questi colori. Ci vorrebbe uno come lui, io penso che i problemi del Vicenza siano tutti dietro la scrivania. Il valore della squadra è indiscutibile, hanno giocatori che hanno fatto la B e che possono fare la differenza. Sono forti, ma devono ancora trovare la quadratura. Noi proveremo a metterli ancora più in difficoltà, perché ci servono punti, visto che abbiamo perso a Padova e con il Renate. Devo dire la verità, mi fa rabbia perché ogni settimana regolarmente il portiere dei nostri avversari entra nella Top 11 della categoria. Finirà anche questa, dai, andiamo avanti…”
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