Udinese-Chievo, Zoff difende Scuffet: “Non addossategli tutte le responsabilità, è la squadra che ha perso!”
martedì 22 Agosto 2017 - Ore 16:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Ho visto i gol alla tv e in tutta onestà non riesco a dare delle responsabilità a Scuffet sui gol del Chievo». Il parere, che più autorevole non si può, è di Dino Zoff, non uno qualunque. Il grande ex campione nell’esaminare il colpo di testa di Inglese e la palombella a giro di Birsa assolve il giovane portiere dell’Udinese smentendo, così, i giudizi della critica che sui giornali di ieri mattina non era stata così tenera con il boy di Remanzacco. «Il colpo di testa di Inglese è ravvicinato – le prime parole di Zoff – in quelle occasioni il portiere deve anche avere un pizzico di fortuna. Io non vedo alcuna responsabilità di Scuffet». In quella circostanza l’errore principale è di Wague che consente all’attaccante avversario di concludere verso la porta. A chi stata in porta serviva – per evitare il gol – un riflesso felino che non c’è stato. Più brutto da vedere il gol di Birsa. Innegabile che al mancino sloveno sia stata concessa troppa libertà (ha avuto il tempo di stoppare, guardarsi attorno, prendere la mira e calciare) ma la sensazione è che Simone fosse troppo fuori dallo specchio della porta. «Arrivare su quella traiettoria è molto più difficile di quanto si possa immaginare – il parere di Zoff -, tra l’altro la parabola oltre che essere a giro si è abbassata all’ultimo momento. Credo che Scuffet potesse fare poco e addossargli le colpe della sconfitta è un’esagerazione: ha perso la squadra». Che, come ha detto Delneri, non ha praticamente giocato. Zoff non entra nei particolari, si limita a sottolineare un altro aspetto che riguarda Scuffet: «Tutto questo pessimismo che avverto attorno a lui non lo capisco: è stata giocata appena una partita. Al ragazzo consiglio solamente di continuare a lavorare in allenamento e non farsi condizionare dai giudizi esterni. Mi sembra davvero eccessivo parlare di responsabilità quando non ce ne sono proprio».
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(Fonte: Messaggero Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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