Un mese di fuoco: botti e frenate, il Triveneto al gran ballo del mercato d’agosto
martedì 1 Agosto 2017 - Ore 15:16 - Autore: Dimitri Canello
Un mese alla fine del mercato 2017 e ancora molte cose bollono in pentola. Impossibile tracciare giudizi netti in questo momento della stagione, considerato che bastano un paio di acquisti indovinati o toppati a spostare gli equilibri in un senso o nell’altro. Protagonista assoluta in Triveneto fino a questo momento è stato il Verona, che ha fatto parlare di sé per alcune operazioni molto mediatiche ma che hanno anche un senso tecnico. Il recupero di un big come Cerci è una mossa condivisibile, anche se ci vorranno tempo e pazienza perché un anno di inattività o quasi è una zavorra di cui si libera gradualmente, non certo da un momento all’altro. Personalmente, invece, non ho mai creduto alla “redenzione” di Antonio Cassano. Quando stacchi la spina e hai un’indole certificata e confermata dai fatti, rimettersi in piedi a 35 anni è come scalare l’Everest. Per questo non sono sorpreso di quanto accaduto. Ottima anche la scelta di puntare su Heurtaux, che può rinascere in riva all’Adige, ma il vero colpo è aver trattenuto Daniel Bessa, che può essere un crack assoluto. Nulla di nuovo sull’altra sponda di Verona e a Udine. Giancarlo Romairone arriva per proseguire il lavoro degli anni scorsi, nessuna pazzia, stesso allenatore e stesso obiettivo: salvezza tranquilla, come sempre. L’Udinese ha ripreso un grande talent scout come Manuel Gerolin, aggregando la solita abbuffata di stranieri semi – sconosciuti, di giovani emergenti (Lasagna) e qualche certezza scovata dal formidabile team di Gino Pozzo. In panchina una solida certezza e avanti sulla falsariga degli ultimi campionati.
In Serie B il Venezia sta per esplodere i botti, quelli veri. La squadra era già attrezzata per competere almeno per i playoff, Andelkovic è un difensore fortissimo per la categoria e permette agevolmente il cambio di modulo senza scompensi, mentre davanti Zigoni è una scelta per il presente e per il futuro. Gilardino avrebbe avuto senso con un contratto di un anno, concedergli un biennale sarebbe stato a dir poco rischioso. Il Cittadella si muove con la consueta agilità, forte dell’ennesimo rinnovo di Stefano Marchetti in cabina di regia. Massimo rispetto per la sua scelta, ma l’impressione è che il treno Chievo fosse l’ultimo per dare una svolta a una carriera sfavillante ma troppo centrata su un’unica realtà. Il club di Mr. Paluani era il passo naturale verso l’alto da compiere, Gabrielli lo ha stoppato quando Marchetti aveva deciso di andare. Il dg ha incassato ed è ripartito come sempre: ha piazzato il gran colpo Pezzi, ha scommesso su Settembrini e sul ritorno di Camigliano (qualche dubbio su quest’ultima operazione c’è), ha completato l’opera puntando sulla voglia di riscatto di Siega e sull’emergente Adorni. Considerati i precedenti, c’è da fidarsi perché a queste latitudini raramente si sbaglia e la crescita del seguito di tifosi è un ulteriore elemento da cerchiare in rosso.
Scoppiettante la Serie C, che avrà ben cinque squadre del nostro territorio nello stesso girone. La Triestina ha puntato forte su Sannino, il fatto che abbia accettato la proposta di Milanese prima ancora di avere la certezza del ripescaggio è un segnale incontrovertibile di quanto seriamente si vogliano fare le cose. Se Porcari accetta è un lusso, Arma è reduce da una grande stagione, Mensah può essere la scommesse vincente. A Mestre si è ricostruita la squadra con un mese e mezzo di anticipo con un budget contenuto: molto dipenderà a Neto Pereira e Sodinha, se i due brasiliani resistono come minutaggio e partite disputate si può puntare in modo deciso ai playoff, altrimenti ci si dovrà accontentare di una salvezza tranquilla. Da non sottovalutare la questione stadio, giocare un anno intero in trasferta porterà via punti preziosi. Il Vicenza ha smantellato e ricostruito tutto: Zocchi sinora ha fatto miracoli con pochissime risorse (ottimi i colpi Malomo, De Giorgio e Bangu, da risolvere la grana Giacomelli che ha uno stipendio totalmente fuori budget per la Lega Pro), se riuscirà a completare la squadra a centrocampo e in attacco il Lane darà fastidio a tutte le contendenti per la promozione. Ma la vera variabile è la solidità societaria, visto che al momento al di là di tante parole non si è ancora arrivati al passaggio di consegne fra Vi.Fin è Boreas Capital). Il Bassano ha cambiato ancora allenatore e si prepara a un campionato di medio/alto cabotaggio a seconda di come verrà assimilato il cambio in panchina, quanto al Pordenone al momento è un’incognita: se ne sono andati Tedino, Ingegneri, Semenzato, Arma, Cattaneo e probabilmente andrà via anche Suciu. Praticamente l’asse portante dello scorso campionato: i sostituti sono validi, ma Leonardo Colucci raccoglie un’eredità pesante e avrà un compito gravoso sulle spalle. Infine il Padova: l’intenzione chiara è stata quella di svecchiare la squadra. Via Neto (38 anni e mezzo), Alfageme (33), Dettori (34), Altinier (34) ed Emerson (37), dentro Capello (20), Candido (25), Pulzetti (32), Guidone (31) e Tabanelli (27). Si è puntato tutto su Bisoli, anche se al momento per vincere il campionato l’impressione è che manchi qualcosa, soprattutto come caratteristiche tecniche, in difesa, ancor più che in attacco. Ma c’è ancora un mese di tempo e ne vedremo delle belle.
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