Venezia, la corsa all’oro e la necessità di un assestamento: il nuovo stadio resta imprescindibile
sabato 3 Giugno 2017 - Ore 15:01 - Autore: Dimitri Canello
Partiamo da un presupposto. Per chi conosce il mondo del calcio non è difficile da capire che la Lega Pro sia un bagno di sangue, finanziariamente parlando. Per questo la scommessa di Joe Tacopina a Venezia sarà stata per certi versi un azzardo, ma per creare valore a una società, per esportare il marchio Venezia in giro per il mondo e per far sì che il club possa avvicinarsi a una sorta di “autofinanziamento”, bisogna quantomeno stazionare in B. E questo il presidente lo sapeva sin dal primo momento. Fra contributi ed entrate, in cadetteria è possibile in certi casi arrivare anche a un pareggio di bilancio, cosa che riescono a fare poche società, con qualche rarissimo caso (vedi Cittadella) addirittura di una gestione col segno “+” quando si tirano le somme. Più realisticamente, soltanto la massima serie permette di pensare in grande e addirittura di guadagnare, come fa da anni un club come l’Udinese di Giampaolo Pozzo, senza dimenticare il Chievo di Luca Campedelli.
Ecco il ragionamento fatto da Giorgio Perinetti lo scorso anno: meglio giocarsi il tutto per tutto e spendere tantissimo per una stagione (potendo ovviamente spendere quel denaro) e disincagliarsi dalle secche della C, piuttosto che risparmiare e fare conti e dovendo replicare la stagione successiva. Quanto fatto dal Venezia, cioè promozione dalla D alla B in due stagioni, è a tutti gli effetti un “all in” riuscito e allo stesso tempo un miracolo sportivo. Sostenuto, certo, da risorse finanziarie molto importanti e che avevano pochi rivali in categoria (Parma e, poco più sotto, Reggiana potevano spendere quanto Tacopina), ma anche da una competenza tecnica indiscutibile dietro la scrivania. Adesso che si è arrivati in B, la prima necessità è quella di consolidare. Lo ha detto espressamente Perinetti, forse lo dirà anche Tacopina (che ha ammesso alla Gazzetta dello Sport di aver investito una cifra attorno ai 10 milioni nell’ultima stagione) al ritorno dagli Stati Uniti lunedì o nei giorni successivi. L’ambizione resta, i costi vanno tenuti sotto controllo e in questo senso è arrivata una direttiva precisa. Da distinguere, dunque, il budget complessivo da quello per la prima squadra, ma il Venezia 2017-2018 ha un vantaggio innegabile. Parte da un’ottima base e può soltanto operare correzioni mirate: la difesa titolare, ad esempio, a parere di chi scrive può tranquillamente competere anche in Serie B, così come 2/3 del centrocampo e almeno 2/3 dell’attacco e parte sotto il segno della continuità. Sempre a parere di chi scrive, con 4-5 acquisti con le giuste coordinate la squadra potrebbe tranquillamente competere almeno per i playoff.
Una considerazione prima di ogni altra: la Spal è arrivata prima con un budget ridottissimo dopo la promozione dalla Lega Pro, il Benevento spendendo di più può seguirla se batterà il Carpi in finale. Sono due neopromosse e il Venezia può seguire la loro strada senza fare voli pindarici ma, allo stesso tempo, giocandosela sul campo senza le pressioni che aveva su di sé nella stagione appena trascorsa. Prima di ogni altra discussione, ci sono due argomenti fondamentali: la questione stadio rimane prioritaria e imprescindibile per il futuro della squadra e del club (Luigi Brugnaro l’ha capito e Venezia ha un’occasione unica e irripetibile, difficile ce ne sarà un’altra in futuro) e Inzaghi dovrà rimanere con convinzione, perché sinora dalle sue dichiarazioni non è emersa una volontà chiara di rilancio. Certo, Superpippo ha sempre ricordato di “avere un contratto”, ma la sensazione che assomiglia sempre più a una certezza è che qualcosa dietro le quinte debba ancora essere discusso. Serve, dunque, il ritorno di Tacopina in Italia, ormai imminente. E, in un successivo momento, alla città si può parlare senza timori, rimanendo ambiziosi e allo stesso tempo invitando alla calma. Siamo certi che nessuno a Venezia pretenderà la luna. Dopo aver tanto penato negli ultimi anni, quanto ottenuto sinora è qualcosa da leccarsi i baffi. E potrebbe non essere finita qui…
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