Rignanese-Delta Rovigo, Dionisi: “Voglio rivivere qui la favola di Padova”
sabato 5 Novembre 2016 - Ore 09:32 - Autore: Dimitri Canello
Alla prima casalinga, maglia subito da titolare per l’ultimo arrivato in casa Delta Rovigo, quel Matteo Dionisi, 31 anni laziale di Rieti, che è tornato a calcare il terreno del Gabrielli, dopo le precedenti esperienze con il calcio Rovigo datate prima 2008 (in C2), poi nel campionato 2010-’11,serie D, sempre con il timoniere Carmine Parlato. Un esordio che ha portato in dote ai rodigini un solo punto. “E ci dispiace. Perchè la partita l’abbiamo fatta noi ma non abbiamo concretizzato le occasioni che ci sono capitate per chiuderla definitivamente, peccando, forse, in rilassatezza.” Hai giocato tutti i 90’ di gioco, un cartellino giallo rimediato e un fallo dal quale, sulla conseguente punizione, poi è scaturito il gol del pareggio del Mezzolara. “E’ stata una normale marcatura tra due giocatori strutturati, l’avversario si è lasciato cadere, e l’arbitro che era vicino ha giudicato il mio posizionamento falloso.” Hai giocato da centrale, ma il tuo vero ruolo è? “Nasco terzino, ma mi adatto a più ruoli. L’importante è stare negli undici. Decide il mister. Poi se proprio posso scegliere, va bene la fascia”. A Padova, Dionisi aveva conquistato la tifoseria con le sue sgroppate sulla fascia, e nelle precedenti esperienze a Pordenone e Sacile, lo avevano ribattezzato il “Maicon della Livenza”, per la sua aggressività sulla fascia destra.
Mister Parlato ti ha impiegato come laterale basso a destra e sinistra, difensore centrale, interno di centrocampo ed esterno alto sulle due fasce. “Sì, è vero. Con il mister c’è un rapporto forte e profondo per la fiducia che mi dà e anche per questo, potendo, cerco di dare il 101 per cento.” Ti disturba il fatto di essere considerato un suo pupillo? “Ma no, e poi ho fatto panchina anche con lui, eh!”. Fisicamente come stai? “Bene, avevo voglia di giocare dopo il periodo transitorio a Padova e ora voglio fare il bene del Delta Rovigo. Siamo una buona squadra, dobbiamo evitare questi cali di tensione che hanno caratterizzato in maniera negativa le ultime due partite.” Il fatto di dover vincere sempre vi condiziona? “Personalmente no. Quando entro in campo il mio pensiero non si fa condizionare da altri fattori, è ben focalizzato sull’obiettivo, cioè la vittoria della squadra.” Il tuo terzo ritorno a Rovigo, come l’hai vissuto? “Con la felicità di poter dare un importante contributo alla società, che ha un obiettivo preciso e che cercheremo in tutti i modi di centrarlo”. Come hai vissuto il periodo in cui il Padova ti aveva messo fuori lista? “E’ arrivato un direttore generale e un mister nuovo e non rientravo più nei loro piani, come altri giocatori. Mi dispiace, perché nel gruppo stavo bene. Dopo l’esonero di Parlato, lo scorso anno ho giocato anche con Pillon, a parte un periodo in cui ho avuto un problema muscolare. Però, è acqua passata. Ora mi piacerebbe rivivere, qui a Rovigo, le emozioni della promozione in Lega Pro vissute due anni fa con il Padova.”
Fonte: Resto del Carlino, Cristiano Aggio
Foto: Donzelli
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